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Progetti

Architettura - Ricostruzioni 3D

Archeologia - Ricostruzioni 3D

Scritto da Super User.

Cosa si intende per Archeologia Virtuale? 

Siamo abituati a pensare che virtuale è ciò che non esiste nella realtà, ciò che nasce da un’elaborazione digitale. Ma se pensiamo che anche il mondo tangibile può essere trasferito ai calcolatori, ai sistemi digitali, scopriamo che il virtuale può essere a supporto dell’indagine sulla realtà. Non abbandoniamo questo pensiero e cerchiamo di comprendere cos’è l’archeologia Virtuale.
Pur se i concetti ci sembrano moderni e attuali, in realtà il primo a parlare di Virtual Archaeology fu Paul Reilly, negli anni Novanta. Egli nel 1991 indicò la possibilità di replicare gli scavi mediante modelli tridimensionali e soluzioni multimediali. Oggi la tecnologia ha sviluppato diversi sistemi che offrono la possibilità di immagazzinare all’interno di computer e calcolatori un’infinità di complessi dati: ovvero sistemi di acquisizione digitale.
Possiamo parlare di Archeologia Virtuale tutte le volte che un’area archeologica o un reperto viene rilevato mediante questi sistemi che consentono poi l’elaborazione del modello digitale al computer o quando sulla base dei dati ricavati e dagli studi effettuati i sistemi digitali permettono di ricostruire l’aspetto originario delle rovine che oggi vediamo nelle aree archeologiche. Dai modelli digitali che replicano gli oggetti reali o li integrano mediante ricostruzioni virtuali si ricavano svariati sistemi per lo studio, la fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale. L’archeologia virtuale è l’immersione virtuale in contesti storici ricostruiti, modelli tridimensionali di reperti esplorabili sul web o tramite applicazioni multimediali, proiezioni virtuali sui ruderi per comprenderne l’integrità di un tempo. 
Non avete ancora le idee chiare?

Segui la pagina Facebook dello studio e troverai molti altri esempi:

- navigazione in ambienti ricostruiti

- rilievi tridimensionali con tecnologie laser

- augmented reality

 

https://www.facebook.com/studiotecnicoserela?fref=nf

Scritto da Arch. Mariangela Riggio.

Sfide comuni, obiettivi condivisi è il motto che ha riunito ricercatori, docenti, archeologi, studiosi italiani e tunisini all'interno del Progetto APER.

L'acronimo contiene l'oggetto su cui focalizzare gli obiettivi prefissati: "Architettura Punica Ellenistica e Romana: salvaguardia e messa in valore". Il progetto è nato per iniziativa dell'Università degli Studi di Palermo, tramite il Centro di Gestione del Polo Didattico di Agrigento e in partenariato con il Polo Universitario della Provincia di Agrigento (CUPA), con l'Institut National du Patrimoine di Tunisi e con l'Agence Nationale de Mise en Valeur du Patrimoine et de Promotion Culturelle di Tunisi, finanziato nell'ambito del Programma di Cooperazione Transfrontaliera dell'Unione Europea Italia-Tunisia 2007/2013. Ha iniziato il suo percorso nel 2013. 

Villa Genuardi ad Agrigento, nel maggio 2013 ha dato il via alle attività del progetto ospitando riunioni di lavoro, conferenze pubbliche, azioni formative rivolte ai dieci giovani ricercatori siciliani e tunisini. In questi giorni giunge a conclusione il lungo percorso di lavoro svolto su diversi ambiti, dalla ricerca, utilizzando nuovi modelli di gestione del bene archeologico per la sua conservazione e tutela, alla formazione di nuove figure con competenze specifiche e alla valorizzazione attraverso il miglioramento dell'accessibilità dei siti e l’installazione di pannelli espositivi per la promozione e comprensione degli itinerari tematici offerti ai turisti. L'impiego di nuove tecnologie per il rilievo e la fruizione dei beni archeologici ha avuto particolare attenzione all'interno del progetto APER: l'utilizzo di scanner laser 3D per il rilievo delle Domus IA IB del Quartiere Ellenistico Romano di Agrigento, dell'abitazioni puniche denominate "Casa della Cascata", nel sito archeologico di Utique e "Casa a doppio peristilio", nel sito di Kerkouane; quindi la realizzazione di contenuti multimediali per i nuovi tavoli touch screen che saranno installati nei tre citati siti archeologici, i quali forniranno una nuova e accattivante esperienza visiva di ricostruzione virtuale. La tecnologia moderna, quindi, ci aiuterà ad andare indietro nel tempo, riuscendo a interpretare le rovine di antiche case scoprendone l'aspetto di un tempo. Fiera di aver conosciuto e aver preso parte a questa importante iniziativa culturale, di aver contribuito nel mio piccolo accanto a stimati docenti  dell'Università di Palermo, vi invito a scoprire i risultati raggiunti, presto mostrati all'interno dei siti archeologici di Agrigento, Utique e Kerkouane (Tunisi).

Qui potete vedere il video pubblicato sul canale youtube del 3dArchLab dell'Università degli Studi di Palermo, nel quale si illustra l'applicazione multimediale che è stata creata per la navigazione 3D degli ambienti ricostruiti.

 

 

 

 



 

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