Speciale 50 anni dalla frana_19 luglio 1966-2016: la relazione della commissione d'indagine.

Scritto da Arch. Mariangela Riggio.

L’8 Ottobre del 1966, dopo due mesi di intense indagini, i risultati della Commissioni di indagine vennero presentati al Ministro dei Lavori Pubblici augurandosi che da questa analisi a dalla situazione agrigentina potesse nascere un serio stimolo nel porre un arresto - deciso e irreversibile- al processo di disgregazione e di saccheggio urbanistico che stava interessando tutto il Paese che vedeva in Agrigento la sua espressione limite. La frana della città siciliana ha frenato tragicamente il massacro che stava per compiersi nella città, cambiando irrimediabilmente il volto del centro storico, nascosto dai tolli sorti negli anni ’50-’60 e minacciando gravemente la stabilità del terreno.

«La frana di Agrigento non sarà soltanto ricordata come un evento calamitoso, che ha posto in luce gravi situazioni patologiche locali, ma potrà aprire un nuovo capitolo nella storia urbanistica dell’intero paese». Immagini della frana (tratte da Inchiesta Martuscelli, in Urbanistica n°48)

Questa è la frase con cui si conclude la relazione firmata da Michele Martuscelli e dagli altri componenti dalle Commissione di indagine. Dure sono le parole e gravi le accuse che riguardano la città; 27 persone, tra sindaci, amministratori, funzionari comunali e del genio civile, finirono sul banco degli imputati per frana colposa. Ma con la sentenza del febbraio 1974 tutti gli imputati vennero prosciolti dall’accusa con la formula: “per non aver commesso il fatto”. Ecco come si espresse in proposito Michele Martuscelli : ad Agrigento bisognava colpire in maniera inesorabile chi aveva violato la legge; perché Agrigento doveva essere anche un esempio e l’inizio di una svolta decisiva in tutto il paese. E invece nella città dei Templi, nessuno ha pagato. (Agrigento: colpevole il fato –editoriale- in “Urbanistica informazioni” – febbraio 1974)

Ancora oggi, speriamo che tutto quanto sia successo nella città di Agrigento possa essere da monito per  le generazioni presenti e future, perchè, chi in futuro avrà la stessa responsabilità dell’amministrazione agrigentina di quegli anni, sappia che i favoritismi e gli interessi privati  che si manifestano nella speculazione edilizia possono recare danno, non solo alla città, al suo decoro e inficiare il suo tessuto storico, testimonianza e tesoro delle epoche trascorse, ma possono soprattutto recare danni irreparabili agli stessi abitanti. La stessa relazione della Commissione di indagine è inserita spesso tra i manuali di urbanistica nelle università e l’esempio di Agrigento è ancora tenuto presente come fenomeno che ha caratterizzato la situazione urbanistica di questi anni in tutto il territorio nazionale e a cui bisogna sempre far riferimento per un miglior futuro dell’urbanistica.

La lettura di questo testo possa ancora far riflettere.

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