Proposta progettuale 1

PROPOSTA PROGETTUALE 4

Proposta progettuale 2

Proposta progettuale 3

 

Ristrutturare a Cianciana

Cianciana, un piccolo paese della provincia di Agrigento, nell’entroterra a circa 390 m. sul livello del mare, pare abbia colpito la curiosità di molti stranieri, che in fuga dalla caotica routine delle loro città, decidono di trascorrere lunghe vacanze in questo paesino. Abbiamo avuto modo di conoscere alcune di queste persone che decidono di comprare casa nel nostro paese e ci siamo resi conto che cercano il caratteristico, lo stile siciliano, la piccola abitazione a schiera tipica del nostro paese, mentre noi, invece, ci stiamo stretti e cerchiamo lusso e spazio altrove.

Da professionisti che conoscono profondamente il territorio in cui sono nati e vivono, ci sentiamo responsabili nel mantenere viva questa caratteristica particolare che fa di Cianciana, come molti paesi coevi della provincia, una particolare attrattiva. Sappiamo che ogni intervento deve essere in grado di rispettare, ma direi quasi “custodire”, quella caratteristica tipica del luogo ma occorre adattare le abitazione dei primi anni del ‘900 alle esigenze del secolo in cui viviamo.

 

IL  PARERE DELL’ARCHITETTO: edilizia tipica del luogo ed esigenze moderne.

Cianciana, è una città di fondazione, ovvero nata per “licenzia populandi” nel ‘600 come Sant’Antonino di Cianciana, ma gran parte del suo attuale tessuto urbano è dovuto alla progressiva espansione ottocentesca e dei primi anni del XX secolo, periodo coincidente con la fiorente attività estrattiva di zolfo che si è ripercossa sul territorio come propensione verso i luoghi di lavoro (le miniere). Il tessuto urbano si compone quindi di isolati rettangolari delimitati da strade formanti una maglia regolare a scacchiera: si distinguono strade con orientamento est-ovest (l’asse principale è costituito dal Corso Vittorio Emanuele) e strade con orientamento sud-nord (l’asse principale è Salita Regina Elena). E’ una tipica conformazione seicentesca. I lunghi isolati rettangolari, sono quindi disposti con il lato lungo ortogonale alla linea di pendio; ogni isolato contiene doppie file di case a schiera aventi le pareti cieche in comune, pertanto presentano un unico affaccio su strada e tre pareti cieche.

La presenza sul territorio di calcarenite, (l’area collinare su cui sorge il paese è interamente costituito da corpo calcarenitico) ha segnato per sempre la principale caratteristica costruttiva del luogo e della provincia agrigentina: le abitazioni sono in muratura portante costituita da blocchi di calcarenite di forma irregolare (negli esempi di edilizia meno povera  si incontra di rado l’uso di blocchi squadrati). Così Il colore sui toni del giallo è dominante lungo le strade. La malta usata come legante tra i conci era realizzata con il gesso. La lavorazione del gesso avveniva in piccoli stabilimenti sparsi nel territorio, questi, detti Carcari, erano per esempio in contrada Savarini, dove alcuni resti ne testimoniano ancora la presenza. Alcuni elementi architettonici e decorativi erano realizzati prevalentemente in gesso, come le volte (decorative o portanti), le più diffuse sono quelle a schifo ma si conservano  ancora esempi di volte lunettate o a crociera all’interno di taluni ambienti. Il solaio veniva realizzato su travi lignee, con malta di gesso. Rari sono ancora esempi di incannucciati: le abitazioni più povere, terrane, avevano il solaio di copertura realizzato con canne legate tra loro da malta di gesso, su questa struttura poggiavano poi i coppi del manto di copertura, in taluni casi l'incannucciato costituiva il sottotetto.

Ancora oggi si distinguono le principali categorie di abitazioni che testimoniano il tenore di vita e l’attività lavorativa degli antichi abitanti. Le abitazioni sono per lo più accessibili da scale esterne in muratura, quindi si dispongono al un livello sopraelevato dal piano stradale, per il semplice motivo che al piano terra lo spazio era destinato ad ospitare gli animali (le stalle) o erano magazzini per il deposito del raccolto e degli attrezzi di lavoro: la tipica casa del contadino. Alcune sono solo terrane, un ambiente “soppalcato” ricavato su una struttura a volta e accessibile da una scala a pioli era il “magazzino”, destinato alla conservazione del grano o di altri prodotti alimentari. L’assenza della stalla, è indice di un altro stile di vita: quella del minatore. Quest’ultime sono infatti le più diffuse nei brani di tessuto urbano rintracciabili come espansione del XIX secolo (coincidente con l’apertura delle miniere di zolfo). Le abitazioni a due e tre piani, raramente sono soluzioni abitative originali, spesso si tratta di sopraelevazioni successive e ciò è testimoniato dall’uso di materiale diverso o conci di calcarenite di differente pezzatura e forma. Le più piccole abitazioni sono quelle contadine, erano dimensionate su un modulo di circa 6 metri e costituite da un unico ambiente per piano, su uno o massimo due livelli. Le abitazioni che oggi costituiscono il centro storico (esteso su un area di gran lunga ridotta nel nuovo PRG) presentano tutte, taluna più, taluna meno, queste caratteristiche. L’eventuale presenza di corpo scala interno conduce ai piani, un unico ambiente per ogni livello o due stanze accessibili l’una attraverso l’altra (il disimpegno è una soluzione moderna, quindi assente). Il tetto è spiovente con linea di gronda sulla strada, rivestito in coppi. La presenza dei servizi si determina come adattamento alle condizioni igieniche nei secoli. Il sistema di smaltimento fognario è stato realizzato agli inizi del XX secolo, in quei tempi le abitazioni già esistenti (prive di servizi igienici in origine) vengono dotate di un piccolo volume sporgente (sporto) per collocare un piccolo wc e un lavandino. 

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