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Progetti

Architettura - Ricostruzioni 3D

Archeologia - Ricostruzioni 3D

Scritto da Super User.

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Le Corbusier nel 1929 progettò delle curiose abitazioni, le Case Loucheur .  Il  progetto non è stato realizzato, ed è uno degli emblemi della sua concezione sull’architettura come “macchina da abitare” , nonché  formulazione  dei suoi  “5 principi” (pilotis, finestre a nastro, pianta libera, facciata libera, tetto giardino). Infatti, nei disegni sulle Case Loucheu  si riconoscono: la scelta di innalzare il piano di abitazione sui pilastri (al piano terra un piccolo vano centrale racchiude solo alcuni servizi), l’uso delle finestre a nastro che percorrono l’intero prospetto laterale e l’applicazione del principio della pianta libera.  

 

Scritto da Mariangela Riggio.

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Era il 1938 quando, l’avvocato Rino Valdameri, direttore della Reale Accademia di Brera e presidente della Società Dantesca Italiana, propose al Governo italiano la realizzazione di un centro studi e museo dedicato al Sommo Poeta. L’incarico per la progettazione dell’edificio su Via Dell’Impero (oggi via dei Fori Imperiali) a Roma venne affidato agli architetti Giuseppe Terragni e Pietro Lingeri. Era l’Italia fascista del governo Mussolini, era l’epoca in cui l’esaltazione della nazionalità italiana e della politica dell’Impero, a imitazione della fiorente epoca romana, costituiva il tema principale della propaganda politica mussoliniana. In questo contesto, l’edificio progettato da G. Terragni e P. Lingeri, il Danteum, rappresentava il tentativo di identificare l’orgoglio della cultura italiana legata a Dante Alighieri e alla Divina Commedia, opera che Terragni tentò di illustrare attraverso gli spazi e gli elementi architettonici. Non mancano richiami alla politica imperiale e al culto del Sacro Romano Impero Romano, ai quali Mussolini non avrebbe mai rinunciato. A tal proposito basta citare come esempio la simbologia dell'aquila, la cui immagine sulla parete di fondo della Sala Impero richiama sia i versi della Divina Commedia (vedi Paradiso Canto XVIII, vv. 100-108: Dante osserva delle faville che si dispongono a forma di M e poi si trasformano in aquila) che il simbolo dell’Impero Romano. 

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